LA CARTA
La carta è un materiale costituito
da materie prime fibrose, generalmente vegetali, unite per feltrazione (fa
divenire dura e compatta una cosa morbida) ed essiccate. Il materiale più
comunemente usato è la polpa di legno, solitamente legno tenero come per
esempio l'abete o il pioppo, ma si usano anche altre fibre come cotone, lino e
canapa.
l significato della parola carta è piuttosto incerto, secondo alcuni
deriverebbe attraverso il latino charta dal greco charasso che significa
incidere, scolpire.
La carta si può riciclare mettendola
nell' acqua per una notte, tritarla, aggiungere un pò di colla da parati
diluita, costruire un telaio con legno e crinolina. Immergere il telaio nella vasca con la polpa mescolata all' acqua. Sollevare
il telaio e posare la poltiglia su un telo, assorbire l' acqua in eccesso ed
infine alzare il telaio con cautela.
Ci sono vari tipi di carta:
il cartone, grigio e non pieghevole,
la carta velina, trasparente e morbida,
la carta di riso, come quella velina ma ottenuta con le fibre della pianta di
riso,
la cartapesta,viene utilizzata per manichini ed oggetti vari,
la carta da parati decora pareti e pavimenti
la carta lucida, viene utilizzata per ricalcare i disegni,
la carta patinata, usata per libri e riviste di pregio,
la carta fotografica e
la carta chimica.
Per molti secoli la carta è stato lo strumento più utilizzato per la
trasmissione e la conservazione dei pensieri e delle idee.
I popoli dell'antichità non conoscevano la carta, e la pietra miliare
nell'evoluzione storica dei supporti per la scrittura va ricercata sulle rive
del Nilo.
Sembra infatti che già intorno al 3000-3500 a.C. gli Egiziani ricavassero i
fogli su cui scrivere dal papiro (cyperus papyrus), una canna palustre dal cui
fusto estraevano la parte interna.
Quest'ultima veniva successivamente lavorata: le sottili lamelle del midollo
della corteccia venivano incrociate parallelamente e perpendicolarmente creando
una fitta rete che costituiva il foglio vero e proprio.
Dal VI secolo a.C. il papiro giunse ai Greci (biblos = papiro, ma anche libro)
e da qui ai Romani che però oltre al papiro egiziano utilizzavano anche altre
piante, quali l'acero, il platano, il tiglio.
A Roma nella prima metà del II secolo a.C. venne introdotta la pergamena,
ottenuta attraverso la depilazione e decalcinazione di pelli di agnello,
puledro, montone, asino, vitello e maiale.
Ma il vecchio papiro non venne mai completamente sostituito dalla pergamena:
questo ruolo fu ad esclusivo appannaggio della carta proveniente dall'Oriente.
L'idea di formare un foglio flessibile e levigato con la semplice feltratura di
fibre vegetali appartiene ai Cinesi, che già conoscevano la carta ricavata da
una fibra animale: la seta.
Nel 105 d.C. il Ministro dell'agricoltura, suggerì l'uso del gelso, del bambù e
del china-grass (nome inglese di un'erba, nota anche come "ortica cinese", che
forniva un'ottima qualità di fibra tessile).
In Cina la carta fu impiegata addirittura come oggetto di vestiario: tra il V
ed il X secolo i preti taoisti indossavano cappelli di carta come pure gli
scolari ed i poeti.
Purtroppo la lavorazione della carta rimase confinata in Cina fino all'VIII
secolo, quando approdò dapprima in Corea, quindi in Giappone, fino all'Europa
attraverso la Via della Seta.
Nel 751 alcuni prigionieri cinesi portati a Samarcanda lo fecero conoscere alle
popolazioni turco-arabe e l'uso presto si diffuse in tutta l'Asia Minore: nel
749 fu fondata una fabbrica a Bagdad, poi una seconda a Damasco.
Gli Arabi estesero il nuovo procedimento nell'Africa del Nord e in Spagna, dove
nacque una fabbrica nella città di Jàtiva.
L'industria della carta fece la sua apparizione in Europa solamente nel XIII
secolo.
In Italia la prima cartiera fu proprio quella di Fabriano, fondata nel 1276: il
primo documento ufficiale siglato su Carta Fabriano porta la data del 1283.
Dopo Fabriano, i cartai della penisola
costruirono altre fabbriche in Italia e sin dal XV secolo all'estero nonostante
l'opposizione degli stessi Comuni.